venerdì 23 novembre 2012

UN BALCONE TRA LE VALLI MAIRA E VARAITA

Ma è questa la vera "strada dei cannoni"?

Valle Varaita: Vallone di Valmala
Partenza: Santuario di Valmala (m.1379)
Arrivo: Colle della Ciabra (m.1723)
Dislivello: m.314
Difficoltà: molto facile
Note: Ogni colle è servito da strade e sentieri, comodi per suddividere a tappe l'intero itinerario.

Alba su Santuario e Monviso
Gli ingegneri militari dei secoli scorsi ci hanno lasciato un patrimonio enorme che oggi possiamo sfruttare comodamente per le nostre escursioni: le strade militari. Strade, mulattiere e sentieri costruiti per le guerre ora sono percorsi da chi cerca oasi di pace tra scenari di grande bellezza. A volte lo spettacolo che si presenta davanti a noi ci distrae così guardiamo sotto i nostri piedi solamente per non inciampare, con un po’ di attenzione in più potremmo notare che queste vie sono autentici capolavori d’ingegneria; con grande capacità progettisti e costruttori hanno permesso agli eserciti di portare i cannoni in luoghi altrimenti inaccessibili, grazie a loro oggi noi saliamo armati solo di macchine fotografiche. Anche i più distratti non possono essere rimasti indifferenti di fronte a quel capolavoro di pietra che è la strada che dai laghi di Valscura porta a Fremamorta oppure ai tornanti costruiti praticamente nel vuoto per salire al passo di Scolettas.
Lunedi 19 sono partito dal Santuario di Valmala (m.1379) per una camminata lungo la famosa “strada dei cannoni” che risale lo spartiacque tra le valli Maira e Varaita.
Dal parcheggio del Santuario seguendo la diramazione asfaltata, e innevata, sono salito al vicino passo di Pian Pietro (m.1352), dove transita la militare che arriva dal colle Liretta. Non pensavo di trovare la neve invece ho camminato su uno strato dai dieci ai trenta centimetri di ottimamente compatto. Un po’ di vento freddo per ricordare che l’autunno avanza e un cielo abbastanza sereno. Fin da subito camminando tra faggi e betulle praticamente spogli la vista non è preclusa sul vallone di Valmala con le sue borgate; dietro al Santuario il Monviso in tutta la sua imponenza messo in risalto dal sole che illumina lui soltanto.
Il Re di Pietra illumina il paesaggio
Santuario di Valmala

Dal passo si va in direzione ovest in moderata pendenza fino all’altezza del Santuario che si vede in basso; da qui una breve deviazione permette di salire in pochi minuti al colle di Valmala (m.1541) per un primo flash sulla valle Maira dal di sopra di una bella e fitta pineta; un tavolo di legno qui presente è ottimo per un the caldo anche perché sul colle tira un vento decisamente freddo (per fortuna solo qui). 
Colle di Valmala
 
Tralasciando questa deviazione si può proseguire oltrepassando un vecchio impianto di risalita e, seguendo i costoni che scendono dal monte Santa Margherita, si arriva al colle di Palma Scura (m.1614). Altro flash sul versante Maira con Dronero, le borgate di Roccabruna e tutta la piana fino alla Bisalta che da qui sembra stranamente piccola. (Ma com’è bella!). Dopo una pausa spuntino su una roccia asciutta riprendo il cammino, la strada costeggia, sempre sul lato Varaita, il monte Roccerè; mentre avanzo posso ammirare la pianura verso nord fin dove viene nascosta dalla foschia. Le nuvole hanno coperto quasi completamente il cielo rendendo più tenue l’oro intenso dei larici, il silenzio rotto solo dallo scricchiolio dei miei scarponi sulla neve non toglie la magia del luogo.
La Bisalta protegge la pianura
Dopo aver aggirato il lungo versante, il paesaggio si apre sull’ampia spianata del colle della Ciabra (m.1723); da questo balcone la vista si apre su entrambe le valli: le cime innevate della valle Maira a sud, Brossasco con il vallone di Gilba fino al Monviso a nord. Un panorama così straordinario in una giornata grigia com’è oggi dev’essere impagabile con un cielo limpido, sicuramente tornerò in estate a percorrere un tratto più lungo di questa strada così da poterla anche vedere materialmente; alcuni brevi tratti liberi dalla neve permettono di osservare le buone condizioni della rotabile (da qui sterrata) con i muretti di contenimento intatti. I boschi lasciano il posto ai pascoli ai piedi della costa che porta al monte Cornet.
Dronero dal colle di Palma Scura
Alcune grandi “tavole” di pietra danno la possibilità di sedersi all’asciutto per il pranzo, ho modo così di fermarmi per una lunga sbinocolata tutto intorno. Un escursionista sta scendendo dal Cornet con le ciastre quasi correndo, in breve mi raggiunge e dopo uno scambio di commenti riparte velocemente; il rumore dei suoi passi sulla neve si attenua finchè il silenzio torna totale. Potrei ancora salire sul monte dal quale penso che potrei vedere il Chersogno ma sto troppo bene dove sono che neanche tornerei indietro.
Cime della valle Maira dal colle della Ciabra
Tutti i colli attraversati sono raggiunti da strade e sentieri da ambedue i versanti così si può dividere l’escursione in comode tappe; la mia prossima potrebbe partire da qui dove la strada avanza questa volta sul versante sud fino a sparire oltre un costone diretta al colle Birrone.
Chissà se i costruttori di questa strada hanno avuto tempo e modo di contemplare uno scenario così bello, se lo hanno fatto forse il loro lavoro quassù sarà stato un po’ più sopportabile.
 
Approfondimento: l’ultimo tratto di questa strada che dal colle di Sampeyre termina al colle Bicocca, è in comune con un’altra spettacolare rotabile militare che arriva dal lontano colle del Mulo attraversando ben tre valli (Stura, Grana, Maira), permettendo un rapido spostamento di truppe. La vera “strada dei cannoni” forse è proprio questa; il dubbio rimane anche dopo aver consultato i rari documenti relativi alle due opere.
Entrambe le strade furono costruite in previsione della guerra di successione austriaca, conflitto che vide le nostre valli quali teatri di battaglia nel 1743/44; il ricordo di questa dura guerra è rimasto nei nomi che troviamo sul territorio delle valli: colletto della Battagliola, colle dei Morti, vallone degli Spagnuoli, ecc., tracce di insediamenti degli invasori francesi e spagnoli sono ancora rinvenibili in valle Varaita.
 
Bibliografia: Marco Boglione - "Le strade dei cannoni" -  blu Edizioni
                      Piera e Giorgio Boggia - Nuova Centosentieri - "La valle Varaita" - L'Arciere.
 
Osvy.
 
 

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