UN BALCONE TRA LE VALLI MAIRA E VARAITA
Ma è questa la vera "strada dei cannoni"?
Valle Varaita: Vallone di ValmalaPartenza: Santuario di Valmala (m.1379)
Arrivo: Colle della Ciabra (m.1723)
Dislivello: m.314
Difficoltà: molto facile
Note: Ogni colle è servito da strade e sentieri, comodi per suddividere a tappe l'intero itinerario.
Alba su Santuario e Monviso |
Gli ingegneri militari dei secoli scorsi ci hanno lasciato
un patrimonio enorme che oggi possiamo sfruttare comodamente per le nostre
escursioni: le strade militari. Strade, mulattiere e sentieri costruiti per le
guerre ora sono percorsi da chi cerca oasi di pace tra scenari di grande
bellezza. A volte lo spettacolo che si presenta davanti a noi ci distrae così guardiamo
sotto i nostri piedi solamente per non inciampare, con un po’ di attenzione in
più potremmo notare che queste vie sono autentici capolavori d’ingegneria; con
grande capacità progettisti e costruttori hanno permesso agli eserciti di
portare i cannoni in luoghi altrimenti inaccessibili, grazie a loro oggi noi
saliamo armati solo di macchine fotografiche. Anche i più distratti non possono
essere rimasti indifferenti di fronte a quel capolavoro di pietra che è la
strada che dai laghi di Valscura porta a Fremamorta oppure ai tornanti
costruiti praticamente nel vuoto per salire al passo di Scolettas.
Lunedi 19
sono partito dal Santuario di Valmala (m.1379) per una camminata lungo la
famosa “strada dei cannoni” che risale lo spartiacque tra le valli Maira e
Varaita.
Dal parcheggio del Santuario seguendo la diramazione
asfaltata, e innevata, sono salito al vicino passo di Pian Pietro (m.1352), dove
transita la militare che arriva dal colle Liretta. Non pensavo di trovare la
neve invece ho camminato su uno strato dai dieci ai trenta centimetri di ottimamente
compatto. Un po’ di vento freddo per ricordare che l’autunno avanza e un cielo
abbastanza sereno. Fin da subito camminando tra faggi e betulle praticamente
spogli la vista non è preclusa sul vallone di Valmala con le sue borgate;
dietro al Santuario il Monviso in tutta la sua imponenza messo in risalto dal
sole che illumina lui soltanto.
Il Re di Pietra illumina il paesaggio |
Santuario di Valmala |
Dal passo si va in direzione ovest in moderata pendenza fino
all’altezza del Santuario che si vede in basso; da qui una breve deviazione
permette di salire in pochi minuti al colle di Valmala (m.1541) per un primo
flash sulla valle Maira dal di sopra di una bella e fitta pineta; un tavolo di
legno qui presente è ottimo per un the caldo anche perché sul colle tira un
vento decisamente freddo (per fortuna solo qui).
Colle di Valmala |
Tralasciando questa deviazione si può
proseguire oltrepassando un vecchio impianto di risalita e, seguendo i costoni
che scendono dal monte Santa Margherita, si arriva al colle di Palma Scura
(m.1614). Altro flash sul versante Maira con Dronero, le borgate di Roccabruna
e tutta la piana fino alla Bisalta che da qui sembra stranamente piccola. (Ma com’è
bella!). Dopo una pausa spuntino su una roccia asciutta riprendo il cammino, la
strada costeggia, sempre sul lato Varaita, il monte Roccerè; mentre avanzo
posso ammirare la pianura verso nord fin dove viene nascosta dalla foschia. Le nuvole
hanno coperto quasi completamente il cielo rendendo più tenue l’oro intenso dei
larici, il silenzio rotto solo dallo scricchiolio dei miei scarponi sulla neve
non toglie la magia del luogo.
La Bisalta protegge la pianura |
Dopo aver aggirato il lungo versante, il paesaggio si apre
sull’ampia spianata del colle della Ciabra (m.1723); da questo balcone la vista
si apre su entrambe le valli: le cime innevate della valle Maira a sud,
Brossasco con il vallone di Gilba fino al Monviso a nord. Un panorama così
straordinario in una giornata grigia com’è oggi dev’essere impagabile con un
cielo limpido, sicuramente tornerò in estate a percorrere un tratto più lungo
di questa strada così da poterla anche vedere materialmente; alcuni brevi
tratti liberi dalla neve permettono di osservare le buone condizioni della
rotabile (da qui sterrata) con i muretti di contenimento intatti. I boschi
lasciano il posto ai pascoli ai piedi della costa che porta al monte Cornet.
Dronero dal colle di Palma Scura |
Alcune grandi “tavole” di pietra danno la possibilità di
sedersi all’asciutto per il pranzo, ho modo così di fermarmi per una lunga
sbinocolata tutto intorno. Un escursionista sta scendendo dal Cornet con le
ciastre quasi correndo, in breve mi raggiunge e dopo uno scambio di commenti
riparte velocemente; il rumore dei suoi passi sulla neve si attenua finchè il
silenzio torna totale. Potrei ancora salire sul monte dal quale penso che
potrei vedere il Chersogno ma sto troppo bene dove sono che neanche tornerei
indietro.
Cime della valle Maira dal colle della Ciabra |
Tutti i colli attraversati sono raggiunti da strade e
sentieri da ambedue i versanti così si può dividere l’escursione in comode
tappe; la mia prossima potrebbe partire da qui dove la strada avanza questa
volta sul versante sud fino a sparire oltre un costone diretta al colle
Birrone.
Chissà se i costruttori di questa strada hanno avuto tempo e
modo di contemplare uno scenario così bello, se lo hanno fatto forse il loro
lavoro quassù sarà stato un po’ più sopportabile.
Approfondimento:
l’ultimo tratto di questa strada che dal colle di Sampeyre termina al colle
Bicocca, è in comune con un’altra spettacolare rotabile militare che arriva dal
lontano colle del Mulo attraversando ben tre valli (Stura, Grana, Maira),
permettendo un rapido spostamento di truppe. La vera “strada dei cannoni” forse
è proprio questa; il dubbio rimane anche dopo aver consultato i rari documenti
relativi alle due opere.
Entrambe le strade furono costruite in previsione
della guerra di successione austriaca, conflitto che vide le nostre valli quali
teatri di battaglia nel 1743/44; il ricordo di questa dura guerra è rimasto nei
nomi che troviamo sul territorio delle valli: colletto della Battagliola, colle
dei Morti, vallone degli Spagnuoli, ecc., tracce di insediamenti degli invasori
francesi e spagnoli sono ancora rinvenibili in valle Varaita.
Bibliografia: Marco Boglione - "Le strade dei cannoni" - blu Edizioni
Piera e Giorgio Boggia - Nuova Centosentieri - "La valle Varaita" - L'Arciere.
Osvy.
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