Le valli cuneesi, alle quali aggiungerei anche la valle Roya perchè per vari motivi un po' nostra lo è, hanno ognuna delle caratteristiche che le differenziano. Così non si può dire quale sia la più bella in assoluto. Se però prendiamo in considerazione una singola valle, forse possiamo confrontare i vari valloni che si diramano da essa e trovarne uno più bello. Molta gente infatti ha una zona preferita in una precisa valle e vi si reca spesso e volentieri; c'è chi va sempre al Valasco oppure alle Gorre o ancora a Sant. Anna di Vinadio. Io a S. Anna ci vado almeno tre volte l'anno a piedi o in auto e la frase che ho inserito all'inizio del mio profilo, “rubata” ad uno spot televisivo, l'ho scelta proprio pensando alle molte gite a S. Anna: penso di conoscere molto bene quel vallone e ogni volta scopro sempre qualcosa di nuovo, magari una piccola cosa che a molti può non dire niente ma a me dice moltissimo perché racconta qualcosa di quel luogo.
Ogni volta è come la prima volta: ci sono dettagli che non finisci mai di scoprire.
Ogni mia escursione mi fa scoprire posti molto belli però posso dire che il vallone di Unerzio è il luogo più bello della valle Maira e, forse, di tutte le nostre valli. Cosa ha di così speciale questo angolo della valle ai miei occhi? Innanzi tutto il netto contrasto tra il verde intenso dei boschi e le rocce che si innalzano sopra di essi, in questo scenario quattro minuscoli villaggi sul fondovalle accompagnano la salita lungo la stradina a mezza costa, una vecchia rotabile militare che offre un assaggio panoramico stupendo. E proprio questa stradina è un'altra attrattiva per me: ho detto strada militare e in quanto tale conduce in una zona ricca di storia relativa all'ultima guerra. Salendo l'ultimo tratto di strada (sterrato) si incontrano tutta una serie di deviazioni di sentieri molti dei quali di origine militare fino ad arrivare alla località Prato Ciorliero (m.1955), qui dopo aver ammirato la sua bellezza, una più attenta osservazione permette di scoprire molti di questi sentieri che si arrampicano in posti impossibili per raggiungere casermette e postazioni strategiche. Un lavoro enorme che spiega l'importanza di quest'area. Da qui si potevano raggiungere i colli a ridosso della frontiera, molte mulattiere permettevano rapidi collegamenti con la valle Stura.
Testata del vallone - al centro si vede il ricovero militare Escalon |
Partendo dal vallone dell'Arma (Demonte), si può arrivare al colle della Maddalena attraverso i colli Valcavera, Gardetta e Scaletta e potendo fare anche le varie deviazioni che si incontrano, sarebbe un
interessantissimo trekking per conoscere il Vallo Alpino; lungo questo itinerario si incontrano moltissime casermette, bunker (opere), acquedotti, vasche, fili spinati e altro ancora.
Il fascino triste e romantico di tutto questo si può vedere salendo alla soprastante Comba Emanuel sul sentiero per il colle Oserot. Questo sentiero dal versante orografico destro permette di vedere quel che resta dell'ampia carrareccia sul lato opposto. In più punti questa strada è stata inghiottita sotto le gigantesche colate detritiche del monte Oserot; io credo che li sotto siano ancora intatte, la montagna le conserverà per sempre anche quando non rimarrà più memoria di esse.
Ecco perché amo il vallone di Unerzio, un angolo delle nostre Alpi di grande bellezza paesaggistica
e ricchissimo di storia da studiare e ricordare.
Bibliografia: Marco Boglione-"Le strade dei cannoni"-Blu edizioni
Pier Giorgio Corino-"Valle Stura fortificata"-Melli\Borgone
Bibliografia: Marco Boglione-"Le strade dei cannoni"-Blu edizioni
Pier Giorgio Corino-"Valle Stura fortificata"-Melli\Borgone
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