giovedì 6 giugno 2013

GIRO AD ANELLO INTORNO AL MONTE GROSSO


Escursione alla scoperta di gias nascosti fino alla panoramica vetta


Valle: Ellero
Partenza: Pian di Mà (m.1330)
Arrivo: Monte Grosso (m.2046)
Dislivello: m.716
Difficoltà: Escursionistica
Note: E' possibile completare la gita con una passeggiata fino al rifugio Mondovì.


La cima del Cars

Domenica 2 giugno ho scelto ancora una gita facile, in valle Ellero: un anello intorno al monte Grosso attraverso sentieri poco battuti che portano su questa cima molto panoramica. Arrivati a Roccaforte Mondovì, si svolta per Rastello e si risale la valle su strada abbastanza ripida, oltrepassato il “Ponte Murato”, si lascia l’auto dopo un chilometro circa in località Pian di Mà (m.1330) dove una palina indica il percorso che scende a valicare l’Ellero.



Attraversato il torrente subito una sosta per osservare il verde intenso del bosco sul quale si eleva l’elegante Cima del Cars che, illuminata dal sole del primo mattino, è ancora più maestosa, certamente ruba la scena al poco appariscente monte Grosso, di fronte a me, che mi accingo a salire.

La lunga cascatella del rio Curassa
Riparto, dopo un gias il sentiero prende a salire a fianco del rio Curassa che scende a cascata dal ripido canalone; sono circa due-trecento metri di dislivello nel bosco.
La cima del Cars dal pianoro superiore

Il pianoro superiore
Al termine giungo al passo della Colletta (m.1602), la valletta si allarga spianando in bei pascoli, il sentiero è sempre tracciato ma comunque basta seguire il corso del rio che qui scorre più calmo anche se ricco di acque in questo periodo molto piovoso. E’ un luogo tranquillo, sembra di stare lontanissimi dal mondo. Mi sembra anche abbandonato perché non si vede nessun animale intorno; in molte delle mie escursioni, mi capita di scoprire un posto lungo il sentiero che mi fa dire: “Ecco, potrei anche fermarmi qui, è bellissimo”; le nostre valli sono piene di angoli così. Oggi me la prendo comoda, il tempo di percorrenza dell’anello è di 4\5 ore perciò voglio godermi la giornata.


Cascata sul pianoro superiore
...chi é passato di qua?
Gias alla Colletta Pian di Male
Andando sempre avanti dritto si aggira un costone (ancora una cascatella sulla destra) che porta a un pianoro superiore dove si arriva all’appartato gias della Colletta sulla Sella Pian di Male (m. 1786): in questo luogo nascosto trovarono rifugio i partigiani provati dai rastrellamenti tedeschi. Una palina indica il bivio per la Colla Bauzano alla base della cima Durand.

Qui ho un po’ di difficoltà ad attraversare il rio per la troppa acqua, dopodiché svolto sul ripido costone tra arbusti secchi in direzione del monte Grosso davanti a me arrivando sopra al gias Colletta.
Tratto tra gli arbusti oltre la Colletta
 

Colla Bauzano e, a destra, cima Durand

Gias Pian di Male salendo alla Colla Rossa
Una lingua di neve mi porta sui grandi pascoli alla base del monte; è qui la Colla Rossa (m.1956) oltre la quale scenderò verso Pian Marchisio. Mi restano solo novanta facilissimi metri di dislivello per la cima. Intanto sono apparse le vette dell’alta valle Ellero: Mondolè, Seirasso, Brignola; Rocca Biecai e Cima delle Saline imponenti sul Rifugio Havis de Giorgio-Mondovì.


Colla Bassa

La facilissima salita sul monte Grosso

Ecco la vetta
Il monte Grosso (m.2046) così insignificante dal basso, scopre tutte le sue qualità dalla cima: un panorama favoloso con una curiosa prospettiva della Bisalta vista al contrario con Cuneo sullo sfondo, in basso il verde Pian Marchisio tagliato dal luccicante Ellero.

Il tempo ora si è un po’ guastato ma ho tempo per una doverosa pausa pranzo per ammirare il paesaggio. Vedo molti escursionisti giù al piano mentre quassù ho incontrato solo cinque persone, eppure è questo un itinerario molto facile e appagante.

Giardino roccioso

Fioriture lungo il sentiero
Quando si è rilassati, è sempre difficile partire ma così è, ridisceso alla Colla Rossa inizio la lunga discesa tra ricche fioriture di genziane che termina al ponte Ciappa (m.1624) all’inizio di Pian Marchisio. Anche qui su una roccia, una targa ricorda il sacrificio di alcuni partigiani caduti nel 1944 tra i quali anche un russo.

La Besimauda davanti alla piana cuneese (peccato l'ho tagliata)

Pian Marchisio

Vette alla testata della valle
Non mi resta che seguire la strada fino a chiudere l’escursione, avevo già percorso questa strada che ricordavo molto brutta, ora invece è stata risistemata con un lungo tratto asfaltato rendendo il sito più facilmente raggiungibile. Poco prima di raggiungere l’auto, ho ancora la possibilità di fotografare la lunga cascatella del rio Curassa che dalla strada appare in tutta la sua altezza completando così le immagini di questa gita che vi consiglio di provare. E per oggi è tutto. Ciao. Osvy.

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